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Condilomi acuminati

La Venereologia

I condilomi, gergalmente chiamati "creste di gallo", altro non sono che la localizzazione genitale delle verruche volgari. Sono causati dallo stesso tipo di Virus, più precisamente l'HPV (Human Papilloma Virus), e possono localizzarsi sul pene, sulla vulva, in vagina, nell'ano o nel retto. La trasmissione è quasi esclusivamente di tipo sessuale, ma esistono casi di condilomatosi di neonati causate da madri affette da verruche delle mani, così come si sono trovati condilomi sul pene di adolescenti con verruche ancora non in attività sessuale ma dediti alla masturbazione; in teoria il sierotipo virale che causa la condilomatosi dovrebbe essere diverso da quello che determina le verruche, ma come si è visto questa regola non è così ferrea.
Possono presentarsi in due forme cliniche distinte, spesso concomitanti: condilomi piani e condilomi acuminati (questi ultimi a rigore sono le vere "creste di gallo").

Lesioni acetobianche

La diagnosi è tipicamente clinica, ma esiste la possibilità di cercare lesioni precoci, o comunque dettagliare meglio un quadro già clinicamente evidente, applicando sulle zone interessate o sospette dell'Acido acetico diluito al 5%, che ha la proprietà di far gonfiare e rendere quindi visibili le cellule infettate del virus HPV: le lesioni non ancora o poco evidenti al semplice ingrandimento diventano così biancastre (acetobianche), ed a quel punto una procedura di visione ingrandita (anche 30X) come la peniscopia o la vulvoscopia può rivelare l'infezione in atto e consente di mirare le zone da trattare per la rimozione.

Il trattamento tuttora più diffuso è il tradizionale, che prevede la rimozione mediante elettrobisturi dopo anestesia per infiltrazione locoregionale. Più recentemente però si tende ad utilizzare il Laser CO2, preceduto dall'applicazione di un topico anestetico a base di Lidocaina: i vantaggi sono quelli di una procedura completamente indolore, un minor sanguinamento che comporta quindi una maggior precisione operatoria (un campo insanguinato spesso maschera lesioni di piccole dimensioni) e la scarsissima possibilità di insorgenza di esiti cicatriziali che possono poi diventare vere e proprie retrazioni, tutti difetti tipici invece dei trattamenti maggiori con elettrobisturi.
Se il trattamento è eseguito bene, le possibilità di recidiva delle lesioni trattate sono minime; resta però la possibilità che possano insorgere altre lesioni, al momento del primo trattamento in incubazione (che può durare fino a nove mesi !), per cui il paziente va tenuto sotto osservazione per almeno 6 mesi dopo l'ultimo trattamento demolitivo, sempre praticando controlli con acido acetico. Molta attenzione va inoltre riservata all'attività sessuale, ed è sempre necessario che vengano monitorati anche i partner.
Al Dermatovenereologo afferiscono prevalentemente pazienti di sesso maschile, ed è per questo che la malattia è da considerarsi multidisciplinare, coinvolgendo nella cura della coppia anche il collega Ginecologo ed a volte anche il Proctologo per le eventuali localizzazioni in regione anale. Un buon coordinamento terapeutico tra i vari colleghi è fondamentale per l'eradicazione completa della malattia.

D.: Il contagio è solo sessuale ?
R.: No. Sicuramente la via sessuale è la prevalente, ma esiste la possibilità di contrarre la malattia altrimenti, magari in bagni pubblici, oppure per contaminazione da sierotipi diversi di HPV, come per esempio da verruche volgari delle mani.

D.: E' vero che non se ne esce mai ?
R.: Ovviamente no, però è vero che terapie pasticciate o parziali, o che non prendano in considerazione la cura di coppia favorendo quindi il tipico "ping pong" virale possono portare a recidive continuate, particolarmente frustranti per i pazienti.

D.: Esistono cure mediche ?
R.: Come per tutte le virosi il farmaco che possa attaccare direttamente il virus - che ricordiamo vive all'interno della cellula - non esiste, o laddove esista è tossico per la cellula e quindi per l'organismo, e si riserva quindi per malattie più gravi, solitamente i tumori. Tuttavia si instaurano sempre terapie collaterali al trattamento chirurgico, atte a rinforzare l'organismo affinchè possa rispondere meglio all'infezione sconfiggendo il virus.

D.: Ho sentito parlare di cancro da HPV.....
R.: Nella donna in effetti la popolazione affetta da HPV ha rivelato nel corso della vita una percentuale sensibilmente più alta rispetto alla popolazione normale di cancro della cervice uterina. Per questo motivo, particolare attenzione viene posta all'evoluzione della malattia nella donna, e recentemente è stato anche sintetizzato un vaccino nei confronti dei sierotipi (non tutti quelli che causano la condilomatosi, peraltro) potenzialmente pericolosi. Questo vaccino è addirittura consigliato a tappeto attorno ai 14 anni di età.

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